martedì 25 aprile 2023

4.Rimpianti



Rating: verde
Genere: Fantasy, romantico
Stato storia : in corso
Personaggi : Benjamin Williams Gascoyne, governante Sophie, Stalliere Pogue, Lady Constance Helen Hamilton
2.319 parole









Stava cavalcando nelle sue terre, la cosa che più amava, dopo le donne, era cavalcare ed era per questo che, Benjamin Williams Gascoyne, passava le notti, quando non era impegnato ad intrattenersi con giovani fanciulle, a cavallo del suo amato destriero 
Amava quel cavallo più del sapore del sangue, dopo una lunga astinenza da esso
Era stato un regalo di suo padre, l'unico regalo che suo padre li avesse mai concesso, non l'aveva mai ritenuto degno del nome dei Gascoyne, l'aveva sempre definito un rammollito, fino a quel fatidico giorno, quando la sua vita si era completamente stravolta, aveva evitato che fosse suo padre a commettere quella pazzia e pagarne così le conseguenze, ma quella scelta l'aveva pagata a caro prezzo 
Si riscosse dai suoi pensieri, una strana sensazione, ispirò profondamente, lo raggiunse un odore, un buon odore dolce, un odore non molto famigliare, ma che avrebbe riconosciuto a chilometri di distanza e che lo stava perseguitando da quel pomeriggio, li era entrato dentro, fin da quando l'aveva vista nel salotto seduta sul suo divano quello stesso pomeriggio, subito aveva pensato che aveva un così buon odore, la bestia che era in lui divenne subito accorta, si sentiva osservato, alzò di scatto lo sguardo



E la vide
Che diavolo ci faceva alla finestra a quell'ora tarda, chiunque avrebbe potuto vederla e scoprire così che quella era la sua camera, ne era più che certo, Bradford e i suoi scagnozzi ormai avevano scoperto che lei abitava sotto il suo tetto e non avrebbero tardato a cercare di riprendersela, conosceva Bradford, lo conosceva fin troppo bene, era un bastardo, che pur di ottenere i suoi scopi, non si faceva scrupoli di niente, imprecò poco signorilmente e spronò il cavallo al galoppo verso le scuderie


In poche secondi arrivò a destinazione
- Pogue
Chiamo lo stalliere a gran voce con tono adirato















Il ragazzo comparve difronte a lui 
- Signore  !!!
Si conoscevano da sempre, erano cresciuti insieme, avevano entrambi la stessa età, entrambi mori, capelli lunghi, entrambi avevano gli occhi di ghiaccio ed entrambi condividevano la stessa condanna 
- Dagli doppia razione di fieno e striglialo per bene prima di metterlo nel suo box
- Si Signore, sarà fatto
Lo stalliere prese le redini in mano e condusse il cavallo del conte dentro la stalla, sapeva quanto il signor conte amasse quel cavallo, forse, se non sicuramente, molto di più di quanto amasse le donne, era stato un dono del padre, forse l'unico dono che il vecchio conte avesse mai fatto al figlio, per questo Pogue aveva sempre avuto un occhio di riguardo per quel cavallo





- Signore, credo che Sasha non stia molto bene, ultimamente non mangia, ed è molto irrequieta, forse il nostro Antares si è dato da fare
Lo stalliere lo guardò con fare ovvio
- Oggi le darò un'occhiata, tu occupati di lui e tienimi aggiornato sulle condizioni di lei 
Disse indicandogli la cavalla che nel box accanto, nitriva nervosa
- Se dovesse peggiorare, chiameremo subito il veterinario 
- Si signore 
- Io vado, tu chiuditi dentro, c'è un tempo da lupi, tra poco ci sarà un forte temporale 
Pogue annuì, in più di un'occasione, lui e Benjamin avevano discusso sulla sua collocazione, Benjamin li aveva chiesto, più e più volte, di dormire dentro casa, ma il ragazzo era stato irremovibile, aveva una piccola stanza adiacente alla stalla con un letto di fortuna e un piccolo cassettone per custodire le sue poche cose, ma a lui andava bene così, amava quella vita, quella libertà, dentro la villa si sentiva in trappola
- Lo farò, stia tranquillo
- Bene e chiamami se ci sono novità con Sasha
- Sarà fatto






E senza aggiungere altro, Benjami uscì dalla stalla lasciando Antares alle cure di Pogue
Durante il cammino verso casa incontrò la governante, era l'alba e stava piovendo, ma non era cosa rara per Benjamin rientrare a casa a quell'ora tarda, per questo la governante non ci badò più di tanto
Fece un lieve inchino per salutare il suo padrone e continuò verso il pollaio intenta a prendere delle uova fresche per fare un dolce per la colazione di Lady Hamilton
Sophie era da più di un'ora che girovagava per la casa rassettando e sistemando ogni cosa prima che l'ospite scendessero per fare colazione, la sera prima aveva avuto l'occasione di parlare con la signorina, era veramente una ragazza deliziosa, molto colta ed intelligente e questo l'aveva dedotto da come, la ragazza, fosse riuscita a estorcere a Melina le informazione sulla vita privata del Signor Conte facendola passare per una semplice conversazione tra amiche



Quando due ore dopo, Constance, si alzò dal letto, la casa era già sveglia da alcune ore, era inusuale per lei svegliarsi così tardi, ma quella notte non era riuscita a dormire, dopo che aveva visto il Conte, si era scervellata per comprendere dove diavolo poteva essere stato fino a quell'ora così tarda, nonostante un piccola parte del suo cervello, le stava dicendo che in fin dei conti non erano affari suoi
La sua cameriera personale, l'aiutò a vestirsi 
- Hai visto il signor conte ??
Chiese a Dorotea, impaziente di rivederlo, troppo impaziente, constatò la sua cameriera, che impegnata a sistemare il letto della sua padrona, si voltò verso di lei
- Ho sentito dire alla governante che il signor conte sta ancora dormendo
Un'espressione delusa si formò sul volto di Constance, aveva sperato, almeno quella mattina, di poter fare colazione con lui per poter parlarli, ma a quanto pareva, anche quella mattino, non l'avrebbe visto



Intanto nella stanza del conte
Benjamin si era appena alzato e il suo maggiordomo lo stava aiutando a vestirsi
- Lady Hamilton ??
- Quando sono salito per svegliare vostra signoria, la signorina Hamilton stava facendo colazione
Benjamin voltò lo sguardo verso la finestra
- Sta ancora piovendo 
Constatò, lo sguardo cupo
- Si Signor conte, le ricordo l'impegni di oggi, ha appuntamento con il mezzadro tra meno di un'ora
Ernest, ti prego, mi sono appena svegliato
- Lo so Milord, ma i contadini devono essere pagati e il mezzadro ha chiesto udienza ben due settimane fa a quanto pare il grano non rende, le rammento che sono le sue terre è della sua gente che stiamo parlando e la responsabilità è vostra, signor conte
Benjamin sbuffò spazientito
- Si, certo che lo so
- Vuole che le faccia preparare la colazione
Benjamin scosse la testa
- No, vado subito nel mio ufficio



Finita la colazione, Constance, decise di recarsi in biblioteca, l'unica stanza dove il conte le aveva concesso di girovagare senza restrizioni

Aveva dato disposizione alla governante di non preparare il pranzo p
er lei, non aveva molta fame, alla sola idea di sedersi nuovamente da sola a quell'enorme tavola, l'appetito era completamente sparito
Dopo aver dato una sbirciata ai vari libri, ne afferrò uno e si sedette in poltrona







Amava leggere, quanto amava scrivere, il calore e il crepitio del caminetto accesso, l'acqua che incessante batteva sui vetri delle finestre, si sentiva così tranquilla, rilassata, immersa nella lettura, tanto che il Conte e tutto quello che lo riguardava, aveva abbandonato i suoi pensieri


- Milady, scusi se la disturbo, sono venuta ad attizzare il fuoco
La voce della governante la fece sobbalzare, persa com'era nella lettura, non aveva sentito i passi della donna
Constance alzò lo sguardo dal suo libro per trovarsi di fronte Sophie
- Grazie Sophie




- Mi scusi se mi intrometto, ma è tutto il giorno che è rinchiusa in biblioteca, ha smesso di piovere e fuori è uscito il sole, perchè non ne approfitta ed esce a prendere una boccata d'aria fresca prima di cena 
- Oh !!! è già così tardi ?? 
Constance guardò oltre la finestra per constatare che effettivamente la governante aveva ragione, il sole era alto e splendeva nel cielo, non c'era più traccia del temporale che aveva imperversato quella mattina
- Ho perso la cognizione del tempo, questo libro è bellissimo, il Conte non è ancora rientrato !?!
Chiese speranzosa
- No Milady, il conte non è ancora rientrato, mi dispiace, di regola durante il giorno è in giro per la tenuta, rientra solo in tarda serata
Constance stizzita chiuse il libro



- Non deve essere lei a dispiacersi Sophie, ma il Conte, è un uomo veramente maleducato, sa di avere un ospite e da quando mi ha salutata ieri dopo il mio arrivo si è volatilizzato
- Milady, deve capire che lui ha molti impegni, comprendo il suo stato d'animo, ma...
Ma Constance era troppo arrabbiata con quell'uomo per cercare di capire 
- No, la prego Sophie, non lo difenda, conosco a malapena il conte, certo, ma una cosa l'ho potuta apprendere, lui sa difendersi benissimo da solo




Constance si alzò in piedi
- Seguirò il suo consiglio, vado a fare una passeggiata in giardino
Se il conte non aveva intenzione di degnarla di una parola, lei avrebbe fatto altr
ettanto





Benjamin era tornato a casa presto quel giorno, trasgredendo a tutte le sue abitudine, anche la governante ne era rimasta colpita, anche se non l'aveva dato a vedere
Appena entrato in casa aveva chiesto subito a Sophie della sua ospite e l'unica cosa che aveva ricevuto come risposta era stato un grugnito e poi una paternale senza precedenti, la governante si era sentita in dovere di riprenderlo per la sua mancanza di educazione nei confronti della sua giovane ospite, sparire così e lasciarla sola, ma che modi erano mai quelli, lei e sua madre non l'avevano allevato in quel modo
" Perchè vuole sempre passare per quello che non è "
Quelle parole stavano martellandoli nella mente 
* Già perchè * 
Si chiese senza però trovare una risposta o per lo meno, non aveva nessuna intenzione di soffermarsi a cercarla, sapeva che la risposta non li sarebbe piaciuta 




Risentito per quella paternale non richiesta, aveva congedato la governante, dopo essere venuto a conoscenza che la ragazza stava passeggiando nel giardino, la rabbia si era impossessata di lui era proprio curioso di sapere cosa del discorso che le aveva fatto il giorno prima non aveva compreso
Si era affacciato alla finestra del primo piano che dava sul giardino e l'aveva vista, la sua figura snella era accarezzata dai lievi raggi del sole di maggio, era li, in riva a lago, intenta a dare da mangiare ai Cigni
Non riuscì ad evitare di fare paragoni con Lady Margarette, lei odiava l'aria aperta, diceva che l'umidità le rovinava l'acconciatura e il troppo sole le sciupava la pelle lattea, ma tutte queste cose sembrava non dessero fastidio alla sua giovane ospite
La vide raggiungere il gazebo, era giunto il momento di palesare la sua presenza, decise di raggiungerla e farle una paternale con i fiocchi



Constance si stava godendo quella pace, era un posto stupendo, l'aria così frizzante, aveva raggiunto il gazebo, la vista da li era così suggestiva 




- Lady Constance
La salutò cortesemente il conte, anche se la fanciulla non mancò di notare un nota di rimproverò nella sua voce 
Non l'aveva sentito arrivare, per questo la sua voce l'aveva fatta sobbalzare 
















- Signor Conte
Constance lo salutò con un lieve inchino
- Sono proprio curioso




- Come scusi !!!
Constance lo guardò confusa, forse aveva capito male, perchè mai doveva essere curioso ??? Di cosa poi, ma Benjamin le andò in aiuto, togliendole ogni dubbio
- Vorrei sapere cosa non ha compreso delle mie parole di ieri
- Non riesco ancora a comprendere a cosa si stia riferendo
- La condizione che le ho proposto perchè potesse rimanere a vivere nella mia casa, se non erro mi aveva detto che aveva compreso perfettamente quello che le avevo chiesto 
- E di fatti le ho comprese le sue richieste
- Però la trovo qui, da sola, ad ammirare le rose di mia madre





Benjamin le fece cenno di seguirlo, la prese a braccetto e insieme a lei, scese li scalini del gazebo
- Sono stupende le rose di sua madre, io amo i fiori, una passione che ho ereditato da mia madre, anzi, stavo pesando, Sophie mi ha detto che nessuno si occupa più del roseto, se non le dispiace, vorrei farlo io stessa, per il tempo che rimarrò nella sua casa logicamente
- La prego, non svii il discorso, sono seriamente e sinceramente arrabbiato con lei
- Ho capito dove vuole arrivare, mi creda, ho cercato di eseguire alla lettera la sua richiesta, ma rimanere rintanata in camera mia, tutto il giorno e scendere da basso, solo per mangiare, mi annoia, in fin dei conti sono al sicuro qui, questo giardino fa sempre parte della sua tenuta e sono più che certa, che il Visconte Bradford, non oserà spingersi così oltre, non crede ??? sarebbe veramente uno stolto



La sua era più un'affermazione che una domanda, constatò Benjamin, l'uomo evitò di dirle, che la regola del restare chiusa nella sua camera, aveva poco a che fare con il Visconte Bradford, quella regola era stata emessa per evitarle di avere a che fare con i suoi amici e i suoi divertimenti notturni, poco consoni ad una giovane fanciulla come lo era lei
- Se proprio non riesce a stare chiusa nella sua stanza, si limiti ad uscire solo quando sono presente io, spero, questa volta, di essere stato più chiaro
- Cristallino e mi creda, vedrò di eseguire alla lettera i suoi ordini
Benjamin non mancò di notare il suo tono canzonatorio, fremette di rabbia, quella ragazzina era impertinente e irrispettosa, una bella dose di sculacciate non le avrebbe fatto di certo male
- Non mi faccia rimpiangere la decisione di averla fatta restare nella mia casa



E senza lasciarle il tempo di ribattere, si voltò e si allontanò da lei il più velocemente possibile, la sua vicinanze, il suo odore,  lo destabilizzavano, doveva starle lontano, quella fanciulla li stava facendo perdere la sua razionalità




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